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Fermentazione: cos’è, benefici, e quali sono gli alimenti fermentati più conosciuti

Hai mai dimenticato un vasetto di yogurt in frigo e scoperto che “magicamente” era diventato più denso e acido? Oppure ti sei chiesto perché i crauti si conservano così a lungo senza andare a male? Benvenuto nel fantastico mondo della fermentazione! In questa guida scopriremo che cos’è la fermentazione e perché sta tornando di moda nelle nostre cucine. Parleremo dei benefici per la salute legati ai cibi fermentati, elencheremo i principali alimenti fermentati (dallo yogurt al kimchi, dal kefir al kombucha) con le loro proprietà, e ti daremo consigli pratici per iniziare a fermentare in casa in sicurezza – con tanto di ricette base facili facili. Infine, sfateremo qualche mito e vedremo se esistono controindicazioni. Preparati a scoprire perché i microbi chef sono i tuoi nuovi migliori amici in cucina!

Cos’è la fermentazione e perché è importante?

Cos’è la fermentazione? In parole semplici, la fermentazione è un processo di trasformazione degli alimenti ad opera di microrganismi come batteri e lieviti. Questi piccoli organismi “mangiano” gli zuccheri o altri componenti del cibo e li convertono in altre sostanze (come acido lattico, anidride carbonica o alcol) producendo nuovi sapori, consistenze e proprietà. Per esempio, grazie alla fermentazione il latte diventa yogurt o formaggio, il succo d’uva diventa vino, il cavolo diventa crauti. Ma attenzione: fermentare non significa far marcire! È vero che sia la fermentazione che la decomposizione coinvolgono microrganismi, ma c’è una grande differenza. Nella fermentazione i “microbi buoni” trasformano il cibo in modo controllato e benefico, arricchendolo; nella putrefazione, invece, i microbi indesiderati lo degradano producendo cattivi odori e tossine. Insomma, fermentazione ≠ cibo avariato (lo sfatiamo subito questo mito!).

La fermentazione è importantissima sia in cucina che nella nutrizione. Innanzitutto è uno dei metodi di conservazione più antichi: utilizzata da almeno 8000 anni, ha permesso ai nostri antenati di preservare cibi come latte, verdure e cereali per l’inverno senza frigoriferi . Questo perché la fermentazione crea ambienti acidi o alcolici che impediscono ai batteri “cattivi” di proliferare, rendendo gli alimenti sicuri e durevoli. Pensiamo ai cibi fermentati tradizionali: dai formaggi ai salumi stagionati, dai sottaceti al pane a lievitazione naturale – tutte tecniche nate per conservare ma anche per dare sapore!

Non solo i cibi fermentati si conservano meglio, ma spesso diventano più nutrienti e digeribili di quelli di partenza . Il processo di fermentazione può infatti migliorare la biodisponibilità dei nutrienti (cioè l’assorbimento di vitamine e minerali) e in certi casi aumentare il contenuto di vitamine. Ad esempio, fermentando il cavolo per fare i crauti si potenzia la vitamina C, fermentando la soia per fare miso o tempeh si neutralizzano alcuni antinutrienti e si sintetizzano vitamine del gruppo B, e alcuni fermentati di latte sviluppano vitamina B12 o K2 che prima non c’erano. Inoltre molti cibi fermentati contengono microrganismi vivi benefici, i cosiddetti fermenti o probiotici, che possono aiutare l’equilibrio della flora intestinale (anche se non tutti i batteri presenti in un cibo fermentato sopravvivono o colonizzano l’intestino, molti hanno comunque effetti positivi) .

In sintesi, la fermentazione è importante perché:

Prima di passare ai benefici, ricordiamo i protagonisti invisibili di questo processo: i microrganismi. Sono loro gli artefici della fermentazione: in particolare batteri e lieviti (che sono funghi microscopici). In alcune fermentazioni entrano in gioco anche muffe e altri funghi (ad esempio per miso, tempeh, formaggi erborinati). Possiamo immaginare questi microbi come piccoli chef che lavorano per noi. Ogni ricetta fermentata ha il suo team di microbi preferiti. In generale, fermentazione e batteri vanno a braccetto da millenni, così come molte fermentazioni sono opera dei lieviti – basti pensare al vino, alla birra o al pane. (Sì, in un certo senso il vino è “succo d’uva fermentato dai lieviti”, e il pane è impasto fermentato!). D’ora in poi, non guarderai più un vasetto di yogurt allo stesso modo: dentro ci sono miliardi di piccoli collaboratori!

Principali benefici dei cibi fermentati per la salute

Ok, abbiamo capito cos’è la fermentazione. Ma perché i cibi fermentati fanno così bene? Ecco i principali benefici supportati sia dall’esperienza tradizionale sia da ricerche moderne.

Fonte di probiotici naturali

Molti alimenti fermentati (come yogurt, kefir, crauti, kimchi, kombucha) contengono batteri benefici vivi. Consumati regolarmente, introducono nel nostro intestino fermenti lattici e altri microbi “amici” che arricchiscono la flora intestinale. Uno studio ha visto che aggiungere fino a 6 porzioni al giorno di cibi fermentati (yogurt, kefir, kombucha, verdure fermentate, ecc) aumenta nettamente la diversità del microbiota intestinale, molto più di una dieta ricca solo di fibre . Un microbiota più diversificato è associato a miglior salute generale. Inoltre questi cibi hanno mostrato di ridurre marcatori di infiammazione e aumentare la presenza di batteri “buoni” nell’intestino , con possibili effetti positivi sul sistema immunitario. Insomma, fermentare è come coltivare un piccolo esercito di alleati per il nostro intestino!

Migliorano la digestione

Come accennato, la fermentazione pre-digerisce alcuni componenti. Ciò significa meno lavoro per il nostro stomaco e intestino. Ad esempio, lo yogurt e il kefir rendono più digeribile il latte perché i batteri lattici riducono il lattosio e formano enzimi utili . Gli impasti a lunga fermentazione (pane con lievito madre) risultano più leggeri e causano meno gonfiori rispetto a pane industriale, perché il glutine e gli zuccheri vengono parzialmente degradati dai fermenti. In generale, chi soffre di digestione difficile può trovare sollievo introducendo piccole quantità di cibi fermentati, che stimolano anche la produzione di succhi gastrici favorendo i processi digestivi.

Aumento del valore nutritivo

La fermentazione può arricchire gli alimenti di vitamine ed enzimi. I fermenti lattici infatti spesso sintetizzano vitamine durante il loro metabolismo. Un esempio classico è la vitamina B12 prodotta in alcuni fermentati di soia come il tempeh o nel kefir; oppure la vitamina K2 presente in fermentati di soia come il natto (un piatto giapponese). Anche il contenuto di vitamina C può aumentare in vegetali fermentati come crauti e kimchi . Inoltre i cibi fermentati sono ricchi di enzimi digestivi naturali (prodotti dai microbi) che aiutano il nostro organismo a scomporre meglio i cibi. In pratica funzionano un po’ come integratori enzimatici e vitaminici… fatti in casa!

Effetto detox e anti-nutrienti ridotti

Alcune fermentazioni riducono sostanze indesiderate negli alimenti. Ad esempio, la fermentazione abbassa i fitati nei cereali e legumi (i fitati sono sostanze che ostacolano l’assorbimento di minerali); elimina o riduce eventuali tossine naturali presenti (per dire, la fermentazione delle olive elimina composti amari e tossici rendendole commestibili). Perfino i fagioli di soia grazie alla fermentazione in miso, tempeh o salsa di soia perdono gran parte dei composti che causano gonfiore e diventano più sicuri da mangiare crudi o poco cotti.

Sistema immunitario più forte

Un intestino in equilibrio è la base di un sistema immunitario efficiente. Consumare regolarmente cibi fermentati aiuta a ridurre l’infiammazione cronica (lieve ma persistente) grazie a vari meccanismi: i probiotici competono con i batteri patogeni riducendo infezioni, producono sostanze antinfiammatorie (come acidi grassi a catena corta) e modulano positivamente la risposta immunitaria . Studi hanno trovato ad esempio diminuzione di molecole infiammatorie nel sangue dopo poche settimane di dieta ricca di fermentati . Risultato? Meno infiammazioni significa potenzialmente meno rischio di malattie croniche e migliore risposta immunitaria contro virus e batteri.

Benessere mentale e umore

Sorpresa! Il nostro intestino è collegato al cervello (asse intestino-cervello) e la composizione del microbiota può influire sull’umore e su condizioni come ansia e depressione. Alcuni studi preliminari suggeriscono che probiotici provenienti da cibi fermentati possano avere effetti ansiolitici o antidepressivi leggeri, modulando neurotrasmettitori (tanto che si parla di psychobiotics). Non a caso, avrai sentito dire che l’intestino è il nostro “secondo cervello”. Mantenere felice la flora intestinale con fermenti potrebbe aiutare a mantenerci di buon umore e meno stressati. Certo, non sono medicine magiche, ma fanno parte di un approccio olistico al benessere.

Varietà e soddisfazione a tavola

Ultimo beneficio, meno scientifico ma importante: i cibi fermentati rendono la dieta più varia e gustosa. Aggiungere un po’ di kimchi piccante o di crauti croccanti al piatto, bersi un bicchiere di kefir frizzantino, spalmare il miso in una zuppa… sono tutte esperienze culinarie piacevoli che possono aiutare a mangiare più sano senza annoiarsi. E quando una cosa è buona, viene voglia di consumarla regolarmente, consolidando così tutti i benefici di cui sopra.

Come vedi, ci sono tanti motivi per amare la fermentazione. Adesso diamo un’occhiata ai protagonisti concreti di questa rivoluzione alimentare: quali sono i cibi fermentati più comuni che puoi inserire nella tua dieta, e cosa li rende speciali.

Cibi fermentati più comuni e le loro proprietà

Ogni cultura culinaria ha i suoi alimenti fermentati tipici. Probabilmente anche tu già consumi alcuni cibi fermentati senza pensarci: ad esempio lo yogurt a colazione, il pane (fatto con lievito di birra o madre), il formaggio, l’aceto per condire, magari un bicchiere di vino. Qui però ci concentreremo sui fermentati celebri per i loro benefici probiotici e nutrizionali, quelli che vale la pena introdurre volutamente nella dieta per migliorare salute e palato. Ecco un elenco dei più diffusi e amati:

Altri fermentati degni di nota

ce ne sarebbero tantissimi! Solo per citarne alcuni: il Natto (soia fermentata con Bacillus subtilis, tipico giapponese, ricchissimo di vitamina K2 ma dall’odore e consistenza molto particolari – “filanti”), il pane a lievitazione naturale (fermentazione mista di lieviti e batteri lattici in un impasto di farina e acqua, che produce pane più aromatico e conservabile), i formaggi (dal gorgonzola con muffe, allo yogurt greco colato, al kombucha vegan a base di tè… scherziamo), i salumi fermentati come il salame e il prosciutto crudo (dove batteri lattici aiutano stagionatura e sviluppo del sapore), le olive in salamoia fermentate, la birra (fermentazione alcolica di cereali maltati) e così via. Insomma, il mondo dei fermentati è vastissimo e praticamente ogni popolo ha sviluppato i propri in millenni di esperimenti in cucina.

Di seguito, una tabella riassume alcune caratteristiche dei cibi fermentati più popolari che abbiamo citato:

Alimento fermentatoTipo di fermentazione (microbi)Caratteristiche e benefici principali
YogurtFermentazione lattica (batteri lattici nel latte)Ricco di fermenti probioti vivi (Lactobacilli, Streptococchi); migliora la digestione del lattosio, fornisce proteine e calcio; gusto acidulo e cremoso.
KefirFermentazione lattica + lieviti (nel latte o acqua)Contiene una grande varietà di batteri lattici e lieviti (grazie ai granuli di kefir); bevanda leggermente frizzante; altissimo potenziale probiotico, supporta il microbiota e l’immunità.
Crauti (cavoli fermentati)Fermentazione lattica spontanea (batteri su vegetali)Cavolo cappuccio fermentato in salamoia propria; ricco di vitamina C, fibre e fermenti lattici; favorisce digestione e salute intestinale; gusto aspro e sapido.
KimchiFermentazione lattica spontanea (batteri su vegetali)Mix di verdure (cavolo cinese, ecc) fermentate con spezie piccanti; elevato contenuto di antiossidanti, vitamine A e C; probiotico; gusto piccante, molto aromatico.
KombuchaFermentazione alcolica + acetica (SCOBY: lieviti + batteri acetici)Bevanda a base di tè zuccherato fermentato; leggermente effervescente, contiene acidi organici benefici (aceto, glucoronico); probiotica moderata; può aiutare digestione e disintossicazione; da bere con moderazione.
MisoFermentazione fungina e lattica (koji: muffa Aspergillus + batteri)Pasta di soia fermentata (con cereali) dal sapore umami intenso; ricca di proteine digeribili, enzimi e vitamine del gruppo B; favorisce la flora intestinale; molto salata, usarne piccole dosi.
TempehFermentazione fungina (muffa Rhizopus)Panetto di soia fermentata dalla muffa (che crea micelio bianco); alta quota proteica vegetale, più digeribile della soia intera; contiene fibre, ferro e calcio; ottimo come alternativa alla carne; sapore neutro/nocciolato, si presta a molte ricette.
NattoFermentazione lattica/alcalina (batteri Bacillus subtilis)Soia fermentata in bacchette appiccicose dal forte odore; straordinariamente ricca di vitamina K2 (benefica per ossa e cuore ) e probiotici; gusto e consistenza acquisiti (filamentosa). Molto popolare per la colazione in Giappone.

Viene voglia di cominciare subito a vedere questo simpatico signore coreano, vero? 

Restate su queste pagine! Adesso che conosciamo i nostri “super-cibi” fermentati, passiamo alla parte pratica con il prossimo artiolo: come puoi iniziare a fermentare in casa anche tu, facilmente e in sicurezza.

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