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Selva di Santa Fiora ed il Podere di Maggio: la quiete alle pendici dell’Amiata

Siamo a Selva di Santa Fiora e ci stiamo dirigendo verso il Podere di Maggio. Selva è un luogo mistico avvolto dalla leggenda del Cifero – il Drago, una mostruosa creatura sconfitta dal Cavalier Giorgio, un combattente cristiano che, assieme al Mago di Arcidosso, riuscì a sconfiggere questa creatura e portar pace nel paese.

Nel convento della Selva, tutt’oggi, i frati custodiscono la mascella del Drago come prova della veridicità della storia.

Il Drago simboleggiava il male e Cavalier Giorgio – divenuto poi Santo e patrono di Genova, ha combattuto contro l’oscura presenza del maligno liberando ed esorcizzando così Selva e Santa Fiora.
Non si capirà mai se si tratta solo una leggenda o se ci sia qualcosa di reale… ma è proprio questo a farci innamorare del posto.

Selva di Santa Fiora è una rinascita dello spirito e del corpo, un forte impatto con i sensi, un contatto diretto con la natura, la solitaria quiete e la bellezza di un paesaggio incontaminato. La pace che circonda questo luogo è uno degli ingredienti basilari di una ricetta essenziale – per alleviare i cosìdetti malanni dell’anima.

Castagni secolari, ulivi, alberi di ciliegio, prati fioriti, acacie, profumo di timo e di menta piperita sono gli odori che entrano prepotenti nel nostro naso quando ci immergiamo in un viaggio sensoriale.

Tra il suono dei grilli ed il gracidare delle rane, si dissolvono nell’aria tutti i pensieri e lo stress diventa un lontano ricordo. I papaveri si muovono rossi nel fitto bosco e guardandoli ci si perde meditando e si capisce di aver trovato la quiete interiore.

Si cammina lentamente spensierati verso L’Agriturismo Podere di Maggio, sfiorando con le dita le spighe di grano seccate dal sole e mentre il viso è lambito dai raggi si raggiungono queste spettacolari case in pietra che riportano indietro nel tempo. Poi, soffermandosi ad osservare quell’immenso albero di castagne, ci ricordiamo della preghiera a Santa Barbara, protettrice dal fuoco, intonata dai nostri nonni al seccatoio… e così tutto sembra improvvisamente vivo.

Una miscellanea di straordinaria bellezza tra l’agreste, il rurale ed il medievale che non lascia affatto indifferente chi decide di visitare questo luogo per la prima volta, chi è solo di passaggio oppure chi invece decide di restare al podere di Maggio.
Qui si vedono passare famiglie di cinghiali in fila e si prosegue il cammino lungo queste piccole strade ricche di storia e tradizioni secolari.

Si scorgono i panorami di Santa Fiora, Arcidosso e Castel del Piano e ci portano fino alle pendici dell’Amiata dove l’aria si fa più fine e ancora una volta ci perdiamo in lunghe rigeneranti passeggiate, magari in compagnia di una buona fetta di tradizionale torta cò bischeri.

Un connubio perfetto tra borghi medievali, montagna e paesaggi della Val d’Orcia fanno in modo che questo lembo di terra di Maremma incontaminata resti uno dei più belli e selvaggi da visitare in qualsiasi stagione. L’ottima cucina e la forte importanza vitivincola della zona di Cinigiano e del Montecucco contribuiscono ad arricchire ancor più il patrimonio del territorio dell’Ombrone.

Un susseguirsi di ricchezze e di cose da scoprire che porta a voler visitare più volte questa zona.

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