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Vino: Le Sfide e le Scelte Strategiche dietro ad un’Azienda Vinicola di Successo

Aprire un’azienda vinicola è un buon investimento?

Prima di rispondere a questa domanda cerchiamo di delineare meglio i confini di un’operazione simile.

Un buon punto di partenza sarebbe, certo, poter ammortizzare alcune spese iniziali importanti. Un esempio? Lo scenario perfetto per chi comincia con risorse limitate potrebbe essere quello in cui tre soci si ritrovano a fondare un’azienda vinicola. Il primo dei soci è un esperto enologo; il secondo è un commercialista specializzato in finanza agevolata; il terzo possiede un’agenzia di marketing digitale.

Ma per aprire un’azienda agricola che produce vino abbiamo anzitutto bisogno di un capitale iniziale da investire: servono terreni, filari, concimi, macchinari, edifici, vasche, botti e serbatoi, manodopera specializzata, costi di produzione e promozione. Produrre, imbottigliare, distribuire e vendere vino richiede tempo e denaro.

La questione del tempo non è secondaria per chi vuol cominciare a produrre vino. Ci vogliono anni, se non decenni, nel caso di vini invecchiati. Dal momento in cui si vanno a piantare le prime barbatelle di uva da vino nel terreno, al momento in cui si andrà a stappare la prima bottiglia della propria produzione, passeranno almeno 5-6 anni. Ed altri ne serviranno per cominciare ad avere un minimo ritorno sull’investimento.

Il Mercato del Vino Italiano nel 2022

Secondo le stime degli analisti, il mercato del vino italiano doveva generare profitti per 23.685 milioni di dollari – 19.460 milioni di euro, nel 2021. Si parla di un +5,8%, secondo i dati CAGR – Compound Annual Growth Rate 2021-2025. In realtà siamo andati ben oltre le stime, segnando quasi un +15% nel 2021 rispetto all’anno precedente.

Stando a questi numeri, l’industria del vino prodotto in Italia è nel complesso molto redditizia e mostra importanti tassi di crescita. Tra i paesi acquirenti, in prima linea ci sono gli Stati Uniti, il cui mercato complessivo è destinato generare nuovi profitti nel 2022.

Aprire un’azienda vinicola in Italia è quindi una scelta tutt’altro che sbagliata.

Bisogna solo capire fin dall’inizio che non è possibile unicamente ‘fare un investimento’. Servono competenze, idee, contatti, tempo, energia, passione, organizzazione e capacità comunicativa. I soldi sono certamente essenziali, ma da soli non fanno il vino. Chi intende unicamente investire può rivolgersi altrove, alle aste di vini da investimento, ai portafogli o ai fondi speculativi di qualche industria agroalimentare.

Consigli per Aprire un’Azienda Vinicola in Italia

Dietro ad un’azienda vinicola di successo ci sono scelte strategiche iniziali oculate. Decisioni scaturite dall’incontro tra un’idea sul produrre vino e un’attenta analisi di mercato. Vediamo insieme come,dove e quando.

Che Vino Produrre

Produrre vino non significa solo scegliere tra bianco, rosso e rosato. Tra metodo classico, charmat, o pas dosé, vini passiti o liquorosi. Dietro all’organizzazione di un’azienda vinicola ci sono scelte a livello salutistico, economico, sociale, ecologico. Il boom del vino italiano all’estero è legato anche alla crescita del segmento del vino biologico, biodinamico e naturale. A questo proposito è interessante citare le ricerche di Nomisma Wine Monitor – osservatorio sul mercato del vino a livello globale. Secondo i dati Sinab, Eurostat e Fibl, tra il 2013 e il 2018 in Italia la superficie viticola dedicata a metodi di coltivazione biologica è cresciuta di un 57%. E sono proprio gli americani a chiedere il prodotto biologico. Nell’ultima ricerca del maggio 2022 di Nomisma sono emerse prospettive molto interessanti sui nuovi trend legati al consumo di organic wine (vino biologico) nel publico americano. Il 71% dei clienti americani “percepisce una qualità superiore del prodotto bio tricolore rispetto a quello di altri Paesi, tanto che più di 8 su 10 sono disposti a pagare un prezzo più alto per avere la garanzia del Made in Italy nel bio”. Quando si realizza il portato di questi dati, si capisce che il bio non è più solo una moda passeggera, ma un segmento destinato a cambiare le regole dell’intero settore vinicolo.

L’Azienda Vinicola: la Terra è Bassa!

Decidere di coltivare vino biologico, biodinamico o naturale è una scelta ‘di campo’. È necessario imparare a rispettare una serie di regolamenti – c’è il divieto assoluto di utilizzo di sostanze chimiche sintetiche all’interno dei vigneti e d’introduzione di organismi geneticamente modificati (OGM).

Ma, facciamo un passo indietro. Chi si avvicina per la prima volta al mondo dell’agricoltura prima o poi udirà il detto: “la terra è bassa!”. Come a dire: “il lavoro in campagna si svolge al di fuori della tua zona di comfort”. Devi piegarti, assumere posizioni scomode, sporcarti di fango, accettare anche a volte di dover soccombere. Alle congiure del meteo, della fauna selvatica, alle patologie che affliggono le piante o agli errori fatti in fase di invecchiamento del vino. Accettarlo ti darà ogni volta la forza di ripartire.

La gestione quotidiana di un’azienda vinicola non è facile. C’è molto lavoro da fare. L’uva è una pianta forte e per certi versi autonoma – affonda le radici in profondità nel terreno alla ricerca di acqua. Ma, se fosse per lei, farebbe tante foglie e le basterebbe puntare alla continuazione del suo DNA – attraverso la produzione di pochi piccoli grappoli dai chicchi poco idratati e pieni di semi. Per arrivare a dar vita ad un soffice grappolo pieno di grossi chicchi di uva nebbiolo, primitivo o sangiovese, ci vuole l’attenzione costante, la mano dell’uomo –l’addomesticatore.

Le Sfide nella Creazione del Business Plan per l’Azienda Vinicola

Mai come al giorno d’oggi per aprire un’azienda agricola c’è bisogno di fare analisi. Capire cosa, come e dove si sta andando a produrre. Comprendere quali saranno le necessità in vigna, in cantina, le questioni legate alla distribuzione sul mercato e allo stoccaggio. In questo modo si andrà a investire su un’infrastruttura e una strumentazione calibrata sulle proprie esigenze. Allo stesso modo un business plan che si rispetti deve prevedere costi legati a:

Attraverso queste fasi si impara a conoscere il proprio futuro pubblico, coloro che andranno a bere il vino che si produce. In questo senso, la vinificazione è un’attività unica. Al proprietario della cantina, ma soprattutto all’enologo, viene affidato un ruolo di primo piano nella definizione della cantina stessa. Definendo in anticipo delle customer personas, una serie di bevitori tipo orientati verso il prodotto, è possibile cominciare a ritagliarsi una nicchia all’interno di un mercato ampio e ultra competitivo.

Infine, una delle grandi sfide nella creazione di un business plan per un’azienda vinicola è quella che riguarda la scalabilità. La scalabilità è un fattore da tenere in considerazione sin dall’inizio. La maggior parte delle aziende vinicole deve iniziare in piccolo e poi nel corso degli anni aumentare la produzione. Pianificare la crescita organica della propria azienda vinicola è una sfida importante: significa ragionare rispetto alla fertilità della terra, alle le strutture in cui l’uva viene trasformata in vino e al personale in grado di gestire tutto ciò. Pianificando obiettivi a lungo termine sin dall’inizio, sarà più facile tenere insieme l’intero puzzle.

Azienda vinicola in vendita

Chi non ha mai sognato di produrre e imbottigliare il proprio vino? Chi ha la disponibilità economica, le competenze ed il coraggio per lanciarsi in questa avventura può decidere di partire da zero, mettendo a vite terreni prima incolti, oppure di rilevare un’azienda agricola in vendita.

Online se ne trovano molte, le più richieste sono in Piemonte, in Toscana, in Veneto e in Lombardia. In particolare nei territori della provincia di Siena, di Cuneo, di Brescia (Franciacorta). Quali sono i prezzi per rilevare una fattoria in grado di produrre vino nel giro di poco tempo in questi territori altamente vocati?

Azienda agricola: i prezzi in Toscana

Guardando sul sito di Romolini, agenzia specializzata nella compravendita in questo settore, possiamo notare che sono su questi range:

Per quanto riguarda il Piemonte, questi i prezzi proposti da Romolini:

Barolo – 4 ettari di vigneto impiantati – 50.000 bottiglie / 16.000.000 euro

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