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I benefici della dieta nordica nella prevenzione delle malattie cardiovascolari

In tutto il mondo negli ultimi anni si è assistito ad un crescente interesse nei confronti della dieta mediterranea, per il suo equilibrio nell’apportare nutrienti utili a prevenire le malattie cardiache. Proteine nobili, grassi sani come l’olio d’oliva, le noci, il pesce, pochi latticini e carne rossa, molte verdure e cereali integrali, un bicchiere di vino rosso ogni tanto.

C’è però un’altra area del vecchio continente le cui abitudini alimentari stanno passando sotto la lente dei nutrizionisti internazionali. Islanda, Svezia, Danimarca, Finlandia e Norvegia non sono certo posti dove è possibile coltivare l’ulivo, ma nonostante ciò i tassi di obesità ed il rischio diabete nei paesi nordici sono molto più bassi rispetto agli Stati Uniti.

I benefici della Dieta Nordica

Ma qual è il segreto della dieta nordica? La filosofia del chilometro zero, cioè un’alimentazione che si basa sulla produzione locale. Aringa, olio di colza, frutti di bosco come lamponi bianchi e rossi, mirtilli neri e rossi. La dieta nordica è anche ricca di verdura fresca, selvaggina e vari altri tipi di pesce, alimenti san in grado di ridurre l’insorgenza del colesterolo cattivo.

La diffusione della dieta mediterranea è legata all’accessibilità degli alimenti freschi, ecco perché Matti Uusitupa, dell’Università della Finlandia Orientale, ha condotto lo studio su 166 pazienti obesi divisi in due gruppi, dieta normale e dieta nordica. Grazie ad un menù fatto di bacche, radici, legumi, e cavoli, tre piatti di pesce a settimana, noci, selvaggina, prodotti integrali e olio di vinaccioli, i pazienti della dieta nordica hanno avuto un minore apporto calorico, introducendo grassi nobili. Dopo 24 mesi il colesterolo cattivo era diminuito del 4%.

Dall’altra parte invece, cibandosi di burro, meno frutta e verdura, molta carne rossa e pane bianco, i livelli di colesterolo sono rimasti pressoché invariati.

Messi a confronto con gli studi sulla dieta mediterranea, che può abbassare il colesterolo tra 6-9%, sono dati importanti. Ma c’è di più, gli abitanti dei Mari del Nord introducono anche meno sostanze chimiche capaci di causare infiammazione nel sangue. Secondo Lieselotte Cloetens dell’Università di Lund in Svezia, co-autrice dello studio, la variazione del marcatore dell’infiammazione potrebbe tradursi in una riduzione dal 20% al 40% del rischio di diabete di tipo 2.

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