Attualmente i controlli sui prodotti biologici si limitano all’accertamento della presenza nelle aziende di mezzi chimici e nell’analisi dei residui di fitofarmaci nel prodotto durante la fase della commercializzazione. In quest’ultimo caso, però, l’assenza di fitofarmaci non sempre dimostra che il prodotto è stato ottenuto con metodo di coltivazione biologico. Inoltre, gli operatori commerciali sono sempre più orientati verso l’importazione di prodotti bio da paesi in via di sviluppo dove, a volte, il sistema dei controlli non è in linea con quello presente in Italia.
È necessario, pertanto, aumentare l’efficacia dei controlli mediante il potenziamento degli interventi ispettivi, ma anche attraverso la ricerca di nuovi marker di qualità che permettano di differenziare, in tutto il percorso, “dal campo alla tavola”.
I rapporti isotopici nei composti presenti in natura hanno valori diversi a seconda dell’origine (latitudine, altitudine, distanza dal mare), del clima (temperatura, umidità, piovosità) e delle caratteristiche geologiche dell’area di provenienza, delle pratiche di concimazione adottate (concimazione organica/minerale) e del tipo di pianta (alberi da frutta, compresa la vite, rispetto a mais, canna o barbabietola). Tali variazioni naturali dell’abbondanza isotopica sono conseguenza delle diverse proprietà chimico-fisiche degli isotopi di uno stesso elemento dovute alla loro differente massa.
In questo ambito di ricerca, mi sono occupata della messa a punto di protocolli innovativi mediante lo studio dei rapporti tra isotopi stabili dell’azoto, analizzati mediante tecniche innovative dedicate (Spettrometria di Massa Isotopica ). Grazie alle indagini scientifiche condotte avvalendosi di tale tecnica innovativa, è stato possibile individuare l’agrotecnica (convenzionale o biologico). L’analisi del rapporto isotopico dell’azoto consente di stabilire se le olive sono state prodotte in regime di agricoltura biologica o convenzionale, in quanto i fertilizzanti minerali non consentiti nell’agricoltura biologica – però comunemente usati in quella tradizionale, presentano valori di tale rapporto significativamente più bassi dei concimi organici.
C’è poi da considerare il contenuto di azoto nella polpa: un nuovo marker per distinguere la frutta bio da quella convenzionale. È questo il risultato più interessante scaturito dal progetto di ricerca “Nuovi ‘marker’ per la rintracciabilità della frutta biologica (biomarkers)“. È l’azoto, ovvero il rapporto isotopico dell’azoto misurato nella polpa della frutta, il “marker” che consente di distinguere la frutta biologica da quella convenzionale. La base di questa differenziazione è da ricondurre al differente rapporto isotopico dell’azoto (15N/14N) presente nei fertilizzanti organici (utilizzati in agricoltura biologica) e in quelli di sintesi (utilizzati in agricoltura convenzionale). Questo nuovo metodo di indagine, se utilizzato, può consentire agli enti certificatori di effettuare controlli mirati specialmente nella fase di commercializzazione delle produzioni biologiche.
Riferimenti bibliografici
Russo A., Benincasa C. and Perri E., Isotopic Ratio Mass Spectrometry (IRMS) for Characterizing Organic Olives, XXIII Congresso Nazionale della divisione di Chimica Analitica della Società Chimica Italiana, Isola d’Elba, 16-20 settembre (2012).
Benincasa C.,Russo A.,Romano E.and Perri E., Traceability of Olive Oil by Carbon Stable Isotopes Ratio and Fatty Acids Compostition, ISHS, International Symposium on Olive Growing, San Juan-Argentina, (2012).
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