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Quali sono le differenze tra vino biologico e vino tradizionale

differenze del vino biologico

Il mondo del vino è sempre al centro di una continua evoluzione, caratterizzato da metodi di coltivazione che sono sempre più innovativi e che puntano ad offrire al consumatore finale prodotti il più possibile genuini oltre che sani. In questo contesto è innegabile che stia crescendo moltissimo il settore del biologico, nonostante il momento complesso sotto l’aspetto economico che il nostro paese sta vivendo.
Non si tratta più insomma di una moda o di un ambito rappresentativo di una semplice nicchia di mercato. Il vino biologico sta diventando una realtà estremamente forte nel panorama dell’agroalimentare in Italia e in particolare per quel che concerne la produzione di vini di alta qualità.

Cosa si intende per agricoltura biologica e relative procedure

L’agricoltura biologica rappresenta un modello di sviluppo sostenibile, che si basa essenzialmente sui principi chiave di valorizzazione delle risorse e salvaguardia dell’ambiente, oltre che della salute del consumatore finale. Con questa terminologia si fa riferimento a un metodo di coltivazione che consente di programmare la vinificazione lontano dai ricorsi agli agenti chimici.

Si mette al centro il rispetto del vitigno, si evita di concimare il terreno con sostanze nocive o antiparassitari (che finirebbero infatti per stimolare la produzione a discapito degli aspetti qualitativi, impoverendo così il rapporto tra clima, terreno e piante). Sul portale ImpetoDiVino si potranno trovare tutte le info necessarie a comprendere i segreti di questa e delle altre principali tipologie di vino.

Il metodo di vinificazione del vino biologico e le sue regole ferree

Ma che cosa si intende per vino biologico? Si fa in questo modo riferimento a un prodotto che si ottiene ricorrendo a un metodo di lavorazione strutturato secondo regole molto precise. A stabilirle c’è una specifica normativa, ovvero il regolamento comunitario numero 834 del 2007. Quest’ultimo precisa come si debba intendere escluso il ricorso a concimi chimici e antiparassitari.
Che cosa si utilizza allora per fertilizzare i terreni? In primis il riferimento ai concimi naturali e dunque di tipo organico. Per traguardare poi l’obiettivo di difendere le coltivazioni dai pericolosi parassiti bisogna intervenire con concimazioni equilibrate in grado di dare forza alle piante. Ok anche agli antiparassitari e antifungini naturali come ad esempio lo zolfo, la calce viva, il verderame, e certi estratti di specifiche piante. Molto spesso si fa ricorso anche alla cosiddetta ‘lotta biologica’, cosa vuol dire? Si impiegano organismi antagonisti dei fastidiosi e nocivi parassiti delle piante. Ecco dunque il significato di vino biologico: c’è un procedimento articolato e ben preciso, ‘nascosto’ dietro due (all’apparenza semplici) parole.

Fare vino bio: l’impiego di tecniche innovative e la lotta ai solfiti

Quando pensiamo alle differenze che intercorrono tra il vino biologico e quello convenzionale o tradizionale, oltre a fare riferimento all’impiego di tecniche innovative che mettono da parte i prodotti chimici e gli antiparassitari come già accennato, si deve evidenziare un ulteriore elemento chiave.
Il vino biologico è senza solfiti aggiunti, i quali sono da sempre utilizzati come conservanti e antisettici. Il dibattito sull’utilizzo dell’anidride solforosa e dei solfiti chimici nell’ambito delle pratiche enologiche si è acceso negli ultimi anni. E ha trovato nel vino biologico un alfiere oltre che una perfetta bandiera. Sarà anzi corretto affermare come il contenuto ridotto di SO2 (ovvero l’anidride solforosa) all’interno del vino biologico sia un requisito assoluto per l’identificazione e la relativa valorizzazione di un simile prodotto.

Dalla vigna fino alla cantina: la sottile linea che divide le due categorie

La differenza tra vino biologico e tradizionale esiste ed è fatta di piccoli grandi dettagli, pur se molto sottile. C’è infatti una distanza piuttosto netta che finisce per separare le due categorie fin dalla crescita nella vigna per arrivare direttamente nelle cantine. Entrambi i tipi di prodotto mirano a ridurre al massimo l’utilizzo di sostanze chimiche di sintesi oltre che naturalmente l’opera invasiva da parte dell’uomo.

Si vuole così riuscire a produrre vini che risultino in tutti i casi il meno artificiali possibile, rispettando le piante e il loro sviluppo. Quelli biologici, però, contengono molte più sostanze utili per il nostro organismo e la sua salute. Qualche esempio? Si tratta innanzitutto del resveratrolo, che la ricerca scientifica ha dimostrato essere un protettivo ideale per il nostro sistema cardio-circolatorio.

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