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Verdemura a Lucca dal 31 marzo al 2 aprile: il programma dedicato alle donne

Torna anche quest’anno Verdemura, l’appuntamento primaverile con la Mostra Mercato del giardinaggio e del vivere all’aria aperta è giunto alla decima edizione.

La manifestazione si svolgerà come di consueto sulle mura della città di Lucca dal 31 marzo al 2 aprile 2017, nella zona che va da San Frediano al Baluardo San Martino. Vediamo insieme due importanti eventi dedicati a due donne all’interno del programma della manifestazione.

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Una nuova camelia per una donna dell’editoria.

Avrà il suo battesimo a VerdeMura sabato 1 aprile alle ore 17,00 una nuova camelia creata dal Vivaio Rhododendron di San Ginese di Compito (LU) e sarà dedicata alla nota editrice lucchese Maria Pacini Fazzi. La destinataria dell’omaggio ha esordito nel 1966 pubblicando autori e critici vicini al Premio Viareggio. Al tempo è stata una delle poche donne italiane a capo di un’impresa editoriale. Ha pubblicato edizioni anastatiche di testi e fonti storiografiche introvabili e ha riscoperto il patrimonio artistico e culturale della Lucchesia con testi di approccio multidisciplinare. Negli anni ‘80 ha valorizzato la tradizione culinaria locale toscana e italiana con una collana di 70 titoli.
Dopo mezzo secolo, con circa 500 volumi in commercio, un catalogo generale di 2600 titoli e circa 50 novità all’anno, Maria Pacini Fazzi condivide la gestione della casa editrice con l’ultima dei suoi cinque figli, Francesca. Ha ricevuto numerosi e importanti riconoscimenti per l’impegno di editrice a favore della cultura. La varietà di camelia che porterà il suo nome ha portamento eretto, si sviluppa bene in altezza e produce in questo scorcio di primavera una ricca fioritura rosa acceso. Le corolle sono elegantemente a fiore di anemone.

Fiori dal terremoto.

La decima edizione di VerdeMura ha come ospite d’onore il Parco Nazionale della Majella che presenta la documentazione di quanto si sta svolgendo per la conservazione botanica e la moltiplicazione delle piante autoctone e endemiche del Parco e per la promozione del paesaggio dell’Appennino Centrale così duramente colpito dal terremoto, in unione con gli altri parchi del territorio (Parco Nazionale del Gran Sasso, Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise e Parco Regionale Sirente Velino). A dirigere in qualità di tecnico agronomo le attività vivaistiche presso l’orto botanico “Daniela Brescia” della Majella c’è Mirella Di Cecco, di formazione biologa e botanica. È una giovane donna solare e fortemente motivata al suo lavoro. Dice: “Viviamo all’erta e non dormiamo sonni tranquilli: abbiamo la base a Sulmona nel magnifico complesso monumentale del Quattrocento dell’abbazia di Celestino V ai piedi del Morrone e sotto di noi passa la fatidica faglia”. Racconta dei due metri di neve che in questo terribile inverno del Centro Italia hanno sepolto il vivaio e rovinato strutture e piante in un luogo di delicatissimi equilibri tra uomo e natura. Ma, dice Mirella, “noi siamo fortunati, trovandoci a margine della zona del terremoto”. Nel vivaio del parco vengono riprodotte le piante più rare e minacciate che servono per il ripristino degli ecosistemi. Il personale deve badare a tutto: raccogliere i semi in quota, mettere a punto protocolli di coltivazione che non esistono, porre a dimora in natura le nuove piantine, destinare quando possibile le piante eccedenti alla vendita al pubblico perché anche i giardini privati collaborino a conservare un patrimonio floristico di eccezionale importanza. Sulla Majella infatti crescono oltre 2150 tra specie e sottospecie vegetali, ovvero un terzo di tutto il patrimonio floristico italiano.
Sarà questa botanica a presentare ai visitatori di VerdeMura i gioielli vegetali della Majella, che spesso portano sin nel nome specifico il riferimento al luogo di cui sono endemici: da Aquilegia magellensis a Iris marsica. “Non sappiamo ancora quante e quali piante potremo portare a Lucca per mostrarle nel loro abito migliore. Questo per noi è stato un inverno terribile in tutti i sensi e ne stiamo uscendo solo ora. Condividere la gioia della nostra flora preziosa che riappare, far conoscere le nostre montagne, raccontare il ruolo dei parchi nel presidiare il territorio servirà a combattere il pensiero della distruzione causata del terremoto. Ma sarà anche un modo per promuovere attraverso il parco della Majella lo sviluppo economico-sociale della nostra terra insieme alla conoscenza e alla conservazione di insostituibili beni naturali“.
Dal canto suo Alessandro Biancalana, presidente dell’Opera delle Mura, ente organizzatore di VerdeMura, commenta: “Abbiamo invitato i parchi abruzzesi pensando che anche con l’attenzione per le piante si può mantenere viva presso il largo pubblico l’attenzione alle zone colpite dal terremoto e ai loro patrimoni non solo storico-artistici, ma anche naturali“.

 

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